C’è stato un tempo durante il quale Blizzard Entertainment era sinonimo di grande qualità e istanze pioneristiche. Sul finire degli anni ‘90 la casa di sviluppo californiana sfornò infatti un trittico di titoli destinati a diventare iconici e a ridefinire i generi di appartenenza: Diablo, StarCraft e Warcraft.
Tra questi tre titoli Warcraft è quello che più ha caratterizzato l’immagine di Blizzard negli anni a venire, e lo ha fatto per due motivi. Il primo è stato World of Warcraft, l’MMORPG per definizione, che continua a intrattenere dopo quasi vent’anni milioni di giocatori e continua a narrare ed espandere le storie che forgiano il mondo di Warcraft. Il secondo motivo è che da Warcraft 3 nacque Defense of the Ancients, una mappa custom realizzata con l’editor del gioco e meglio conosciuta come DotA. Il resto è storia: da questa mappa nascerà un nuovo genere, quello dei Moba, rappresentato dai due colossi DotA 2 e League of Legends, titoli decennali che ancora oggi sono in testa alle classifiche dei giochi online più giocati e seguiti sulle piattaforme di streaming.
Facciamo un passo indietro e ritorniamo a Warcraft. La serie nasce agli inizi degli anni 90 come gioco di strategia in tempo reale dall’ambientazione high fantasy. Nel mondo di Azeroth il giocatore prenderà parte al conflitto tra umani e orchi, giocandone le rispettive campagne. Warcraft: Orcs & Humans e Warcraft II: Tides of Darkness sono i primi due capitoli della serie, completamente bidimensionali e legati agli stilemi visivi e di gameplay che caratterizzavano gli strategici in tempo reale del periodo come Command & Conquer o Dune 2. Nel 2002 esce il terzo capitolo della serie, Warcraft III: Reign of Chos, che lascerà un’impronta indelebile nella storia.
Diversi sono i motivi per i quali Warcraft III viene generalmente riconosciuto come uno dei più importanti videogiochi di tutti i tempi. Uno di questi è il comparto tecnico molto avanzato per l’epoca e che dava al genere tutt’altra prospettiva. Con WIII la serie passò dalle due alle tre dimensioni, dando la possibilità di ammirare le unità e la mappa in modi prima impossibili. La vicinanza che il giocatore aveva con gli elementi del gioco necessitava una maggiore definizione. E così la grande cura per i dettagli fece sì che fosse possibile distinguere le varie parti degli equipaggiamenti delle unità, così come era possibile ammirare le diverse animazioni a seconda dei comandi impartiti dal giocatore.

Il comparto tecnico così avanzato permise anche di fare un passo avanti in termini di narrazione, permettendo l’adozione di uno stile di stampo cinematografico. La storia veniva portata avanti da scene e inquadrature realizzate col motore di gioco, permettendo quindi di enfatizzare ancora di più quanto narrato e di avvolgere il giocatore con la giusta atmosfera. Sempre per quanto riguarda la storia di Warcraft III, abbiamo un racconto fatto di prospettive diverse, attraverso le quali il giocatore assisteva e prendeva parte ai funesti eventi che scombussolarono il mondo di Azeroth.
Se nei capitoli precedenti si vedeva la storia dal punto di vista degli Umani e degli Orchi, in WIII vennero aggiunte altre due razze con altrettante campagne da giocare, gli Elfi della Notte e i Non Morti. La storia come sempre affondava le sue radici nel fantasy duro e puro, ma questa volta con una particolarità. Il racconto generale degli eventi passava infatti attraverso personaggi specifici, che erano i veri protagonisti della narrazione. L’ottima caratterizzazione e il doppiaggio di alto livello davano vita a figure intrise di epica e di tragicità, che riuscivano a trascinare il giocatore nel vorticoso susseguirsi degli eventi.

La forte vena cinematografica di Warcraft III si rifletteva anche sul gameplay. Le missioni che componevano le varie campagne erano tutte dotate di una grande atmosfera e di obiettivi da raggiungere che correvano fianco a fianco alla narrazione. Le meccaniche tipiche degli strategici in tempo reale erano alleggerite in favore di un ritmo di gioco più alto, in modo tale che il giocatore non dimenticasse di stare prima di tutto vivendo una storia. Il lato avventuroso della narrazione si rifletteva nella possibilità di esplorare le mappe, scoprire missioni secondarie o incappare in accampamenti di banditi, troll e altre creature.
Se specifici personaggi erano le pietre angolari della storia, questo concetto non poteva non essere esplicitato attraverso il gameplay. Alla luce di ciò, l’elemento che più caratterizzava Warcraft III era la presenza degli Eroi, unità speciali con un sistema di crescita mutuato dai giochi di ruolo: avanzavano di livello e potevano apprendere abilità nuove. Sarà quest’ultima parte a rappresentare il cuore del gameplay dei Moba, dove i protagonisti sono proprio eroi dotati di abilità uniche che si scontrano all’ultimo sangue.

Partendo dal lavoro fatto con StarCraft, Blizzard concretizzò pienamente in Warcraft III la sua visione degli strategici in tempo reale, realizzando la sua magnum opus. Il fatto che Warcraft III sia stato l’ultimo gioco della serie di Blizzard appartenente al suddetto genere ha il sentore di un addio romantico, un ultimo saluto agli strategici in tempo reale che di lì a poco si avviavano verso il declino.
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