Voglio un videogioco su Spider-Man: Un Nuovo Universo

Confesso: non ho il tempo di vedere, ogni anno, tutti i film che sembrano meritevoli. Non riesco neppure a recuperarli tutti in tempi brevi. Ho però una piccola tradizione: il lungometraggio vincitore dell’Oscar al miglior film d’animazione cerco sempre di recuperarlo. Da amante del fumetto e dell’animazione (e ovviamente dei videogiochi) mi piace scoprire le tecniche e le scelte artistiche e stilistiche offerte dal campo dell’animazione.

Non avevo ancora visto Spider-Man: Un Nuovo Universo. Me ne avevano parlato molto bene, soprattutto a livello tecnico, ma il tempo è tiranno. L’ho visto tre giorni fa, finalmente.

Mentre lo guardavo con la mascella spalancata e gli occhi sgranati, nella mia testa risuonavano soltanto cinque parole: “lo voglio in un videogioco”. Ed ecco che mi ritrovo qui a cercare di spiegarvi perché un film d’animazione (ma stavolta sarebbe più corretto chiamarlo fumetto animato) sia stato in grado di darmi spunti per un medium diverso: quello ludico.

spiderman: un nuovo universo. Miles e la moto

Devo però prima spiegarvi come mai avessi la mascella spalancata. L’idea artistica che troverete alla base di quel film (e se non l’avete mai visto, vedetelo, non ve ne pentirete) e della serie di prodotti audiovisivi a esso collegati (comprese delle serie animate) è quella di mischiare e unire diversi stili di animazione all’interno di un unico contesto. Nel film troverete tanti Spider-Man provenienti da dimensioni diverse, ognuno tratteggiato con elementi stilistici propri e ben definiti (uno viene disegnato da un modello 3D e colorato con tratti forti e ombre gestite da tratteggi, uno sfrutta ombre più soffuse, uno è disegnato e soprattutto animato alla maniera degli anime, un altro ancora sembra provenire di peso dai Looney Tunes). Non è certo un’idea nuova, e questi supereroi già esistevano sia nel mondo Marvel che in serie animate, ma il bello di Un Nuovo Universo sta in come siano riusciti ad amalgamare alla perfezione tutti questi stili grafici.

Ogni singola scena trasmette una cura registica impressionante, dal lato dell’inquadratura al lato delle colorazioni (certe scene hanno dei colori talmente saturi che sembra un miracolo che stiano così bene nel contesto) al lato della costruzione degli sfondi e dei movimenti. L’animazione è praticamente perfetta, i movimenti hanno i ritmi giusti e non ci sono veri tempi morti, e persino la “granatura” della carta del fumetto cambia a seconda dello stile del personaggio principale di quella scena.

Due spiderman insieme

Ora, questo articolo non vuole parlare del film in senso stretto e nel complesso (anche se ci sarebbe molto da analizzare nella costruzione coreografica delle scene, ma non è questo il luogo), quanto di una scena nello specifico. A casa di Zia May (cazzuta al punto giusto, ma quella dell’MCU ormai è entrata nel mio cuore) ritroviamo quasi tutti i protagonisti e gli antagonisti del film in uno scontro coreograficamente ottimo e in cui contemporaneamente a schermo si vedono più di sei stili di animazione. Nella stessa scena ci sono quasi 100 anni di animazione di tutto il mondo, e coesistono insieme. Durante quella scena ho pensato: “voglio questa roba in un gioco, la voglio adesso. Voglio giocarci”.

Sto immaginando un videogioco in cui controlliamo tutti quegli Spider-Man, e possiamo passare da uno all’altro come negli scontri cooperativi in Batman: Arkham Knight. Immagino un free-roaming con lo stile artistico del mondo di Un Nuovo Universo, e noi che possiamo utilizzare uno qualunque di quei protagonisti (ognuno con il suo stile e il suo modo di combattere). Penso a un prodotto che non contenga soltanto l’animazione di un gioco Daedalic, né soltanto quella di un gioco Telltale. Penso a un gioco in cui gli stili si fondono, mantenendo un aspetto organico come accade qui in Spider-Man: Un Nuovo Universo, e in cui gli scontri sono un unico grande tripudio di colori e coreografie.

Spiderman: Un Nuovo Universo, scontro da Zia May

Voglio scontri di quel livello, e in questo caso non è importante la complessità esecutiva delle azioni, quanto la resa visiva in relazione ai diversi stili. Sto immaginando che Sony prenda quegli animatori e gli dica: “ok, ora mettiamo tutte queste coreografie in un videogioco e creiamo un fottuto capolavoro stilistico”.

Perché è stato incredibile anche solo pensare di mischiare quei colori e quegli stili, pensare di poterlo fare senza ottenere un risultato manieristico. Ma è stato ancora più incredibile riuscirci, e ottenere uno dei film d’animazione più ispirati che abbia mai visto, con buona pace di Pixar (che resta sulla vetta per molti altri aspetti, prima di tutto narrativi). Troverete una piccola carrellata di immagini a seguire, tutte dal film. Gustatevele, chiudete gli occhi e pensate a un gioco di supereroi fatto in quel modo.

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Benvenuti in paradiso.

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