Una settimana con Xbox Series S

Le nuove console sono ormai tra noi, permettendoci finalmente di toccare con mano il risultato del progresso tecnologico portato avanti nel corso dei sette anni passati dal lancio di PS4 e Xbox One. Proprio queste ultime rappresentano una spada di Damocle per la next gen, perché le versioni aggiornate delle suddette console hanno permesso agli sviluppatori di “alzare il tiro” in termini di risoluzione e grafica, avvicinando i giochi alle relative controparti PC. Se quindi PS5 e Xbox Series X permetteranno di raggiungere traguardi impossibili per le rispettive PS4 Pro e Xbox One X avvantaggiandosi del ray tracing e del supporto al 4K e ai 120 fps, in che posizione di mercato vuole mettersi Xbox Series S, che probabilmente resterà indietro nel corso dei prossimi anni? La risposta l’ho voluta scoprire di persona, acquistandola al lancio.

Xbox Series S
Certo, avrei preferito una maggiore disponibilità di colori al lancio. Ho già una One S bianca e questa sembra l’espansione da attaccarci addosso stile Sega CD.

Dico che ho voluto scoprire la risposta, ma chiaramente una settimana non basta per tirare le somme sull’eventuale sostenibilità di un sistema — sulla carta — più lento di One X, seppure i giochi appositamente aggiornati per Series X|S mostrino già dei miglioramenti tangibili. Forza Horizon 4 gira al doppio del framerate di One S, così come Gears 5, mentre Tetris Effect: Connected e Ori and the Will of the Wisps (materiale da GOTY) si mostrano in un maestoso 4K, con opzioni aggiuntive per chi ha optato per Xbox Series X. Ma se quest’ultima può godere anche delle patch che ottimizzano i giochi su One X, Series S fa girare le versioni One S dei giochi senza apportare altri miglioramenti, se non un framerate più stabile in certi punti o un input lag ridotto. Da questo punto di vista, l’infelice scelta di relegare le patch One X alla sorella maggiore penalizza gli sforzi del pubblicizzare Series S come una console con qualche compromesso, ma comunque perfettamente in grado di accompagnarci per tutta la generazione.

Xbox Series S
100 punti in meno a Microsoft per aver ruotato il logo Xbox senza possibilità di cambiarlo. Lo faceva la PlayStation 2.

Effettivamente, mi è stato chiesto il perché dell’acquisto già in un paio di occasioni, vista la relativa mancanza di modi per sfruttare la console in un modo migliore rispetto alla mia One S. Un perché che francamente fatico a giustificare dopo circa una settimana di utilizzo, ma che posso trovare nella mia fissazione di trattare Series S come una “Game Pass machine”, escludendo categoricamente l’acquisto di giochi non presenti nell’abbonamento ai folli prezzi dello store. Una scelta che mi permette di ridurre al minimo i costi di accesso alla nuova generazione, ma che risulta di fatto penalizzante: Assassin’s Creed Valhalla e Watch Dogs: Legion in versione next gen sembrano visivamente spettacolari, ma spenderci settanta euro al pezzo no, grazie.

In compenso, tutto ciò che ruota attorno al videogiocare permette a Xbox Series S di ricordare i motivi per cui viene definita next gen. L’interfaccia è esattamente la stessa di Xbox One, con le stesse funzioni e caratteristiche, ma in cui si può immediatamente apprezzare l’SSD e la nuova architettura grazie a caricamenti molto più veloci e a una risposta ai comandi pressoché immediata. Svegliare la console dallo stand-by e riprendere a giocare è questione di una manciata di secondi, Edge e Twitch si dimostrano molto più scattanti nella navigazione e applicazioni come Netflix e YouTube non rallentano più nel tentativo di caricare le anteprime. L’SSD è la differenza più rilevante nell’uso quotidiano, e se ne può constatare la presenza anche nella retrocompatibilità per i giochi Xbox 360, rendendo gran parte dei caricamenti al livello di un PC provvisto di storage altrettanto veloce.

Xbox Series S
Mannaggia a me, non mi sono fatto mancare niente. Pure il secondo controller blu, che tra parentesi ho pagato a suon di punti Rewards.

Si, l’assenza del lettore ottico è un problema che si farà sentire quando i giochi usati saranno disponibili a prezzi più bassi del digitale (almeno per i giochi non presenti nel pass). La memoria da soli 365 GB è un altro ostacolo rilevante per molti, specialmente in questi tempi in cui certi giochi superano facilmente i 100 GB di download, ma in compenso è possibile mettere da parte i titoli scaricati su un disco esterno via USB e ritrasferirli molto velocemente sull’SSD. Alla fine, con la memoria a disposizione sono riuscito a scaricare un paio di giochi ottimizzati X|S, due giochi Xbox One e una manciata di indie e giochi 360; più che sufficiente. Le schede di memoria esterne costano una mazzata che tanto vale investire in una Series X.

Il Quick Resume consente di saltare da un gioco all’altro senza dover attendere nuovamente vanity card e schermate di caricamento, ma per dovere di cronaca segnalo che — almeno sul mio esemplare — due volte su tre si rifiuta di funzionare, ricaricando da zero anche dopo avere aperto solo un paio di giochi alla volta. Do per scontato che il problema mi verrà risolto in qualche prossimo aggiornamento del firmware.

Xbox Series S
È un design essenziale e appropriato alla sua funzione. Series X è davvero poco elegante, specialmente in orizzontale.

Un’altra forte motivazione che mi ha fatto virare verso Series S si trova nell’aspetto puramente estetico, in quanto la console è davvero minuscola, a dispetto delle sue prestazioni. Grazie all’assenza del lettore di dischi il frontale è molto pulito, con il logo Xbox e il pulsante per sincronizzare i controller a spezzare l’aspetto da mattoncino bianco da edilizia. Ho anche finito per apprezzare il piatto nero forato a delimitare la presenza dell’enorme ventola, che tra parentesi segnalo essere praticamente inaudibile anche mentre si gioca, salvo appoggiare direttamente l’orecchio sulla scocca. In confronto alle dimensioni garguantesche di PS5 e allo sgraziato monolite che è Series X, Series S sembra un moderno complemento d’arredo, facile da collocare e mimetizzare nell’ambiente.

Quello su cui invece non avrei scommesso un centesimo era il controller. A giudicare dalle prime opinioni di chi ha avuto l’occasione di averlo in mano e dalle immagini diffuse da Microsoft, sembrava poco più che un aggiustamento della versione One. In un certo senso è così: nulla è stato stravolto e il controller X|S non possiede quell’appeal da innovazione con cui viene descritto il DualSense, ma le piccole modifiche effettuate all’ergonomia fanno sì che, pad alla mano, il feeling sia piuttosto differente. Tanto per cominciare, è leggermente più accorciato sul piano frontale pur mantenendo la stessa larghezza, in modo tale da accomodare anche le mani più piccole senza rovinare la presa a chi ha mani grandi. I grilletti sono stati resi più semplici da raggiungere e la nuova croce direzionale ha una forza d’attuazione molto più ridotta che in passato: è sufficiente far scivolare il pollice sulla concavità senza effettivamente premere per attivare gli input.

Xbox Series S
Le sottili differenze nell’ergonomia sono visibili con un po’ di attenzione. Il risultato passa a pieni voti.

Per il resto il controller è pressoché identico ai precedenti e perfettamente compatibile con Xbox One, PC, smartphone e anche certi dispositivi Android, se proprio volete controllare il frigorifero smart col pad. Nel complesso si tratta di un generale affinamento delle versioni precedenti, mantenendo al primo posto la praticità invece di sfruttarlo come mezzo per vantare determinate caratteristiche che potrebbero finire per non essere nemmeno utilizzate. Ad esempio, la scelta di mantenere le pile stilo per l’alimentazione sembra qualcosa di incredibilmente obsoleto solo fino al momento in cui ci si rende conto che vanno cambiate (o ricaricate) una volta al mese. Si fottano le batterie interne da sei ore scarse.

Alla luce dei fatti, Xbox Series S è conveniente? Beh, per 300 euro si tratta certamente dell’opzione attualmente più sensata in termini di prestazioni offerte: PS5 e Series X ne costano 500, un PC da 1440p anche di più e una One X allo stesso prezzo offrirebbe più soddisfazioni nel breve periodo (per via di un numero maggiore di titoli ottimizzati One X), ma finirebbe per negarsi le eventuali esclusive X|S in uscita nei prossimi anni. Resta da vedere quanto Series S riuscirà a tenere il passo a generazione inoltrata, quando a partire dal 2022 inizieranno a uscire i veri giochi next gen attualmente in sviluppo dai tremila studi acquisiti da Microsoft. Di sicuro, io non posso definirmi deluso dall’acquisto in funzione di un utilizzo più “rilassato” (i cosiddetti lapsed gamers, citando il precedente articolo di Marco “Brom” Bortoluzzi sul tema), ma la scarsità di titoli capaci di esibire sul serio la differenza con il vecchio modello tende a smorzare un po’ il mio entusiasmo. Spero almeno che aumentino il numero di giochi ottimizzati X|S, almeno per ingannare l’attesa di Halo Infinite e The Medium.

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