The House of Da Vinci 2

Miei carissimi e amabili lettori, una dozzina di giorni fa Dama, padre di Frequenza Critica e nostro amato leader, mi ha fermato e mi ha chiesto di provare un gioco caratterizzato da numerosi enigmi da risolvere, gioco per persone intelligenti, sveglie e pronte a usare il cervello. Molto probabilmente Dama mi ha confuso per qualcun altro della redazione, dato che la cosa più intelligente fatta in campo videoludico è stata la scrittura di una fan-fiction erotica intitolata Kiryu-chan si iscrive a giurisprudenza. Comunque ho accettato di recensire tal gioco e ho anche indossato un paio di occhiali per acquisire l’aria di una persona intelligente.

Rompicapi rinascimentali

The House of Da Vinci 2 è il terzo titolo degli slovacchi della Blue Brain Games, pubblicato nel febbraio scorso per iOS e Android e uscito a fine maggio su PC. Questo titolo è un’avventura grafica in prima persona dove interpreteremo un tal Giacomo, protagonista di una storia di intrighi e viaggi nel tempo ambientata nell’Italia rinascimentale, con la presenza di personaggi famosi come Cesare Borgia e ovviamente Leonardo da Vinci.

Caratteristica principale e in un certo senso unica di questo titolo è la presenza di numerosi rompicapi di logica da risolvere per poter avanzare nella nostra avventura. In determinate occasioni il nostro Giacomo utilizzerà l’Oculus Perpetua, un marchingegno a forma di sfera che ci permette di aprire letteralmente una finestra nel passato dando la possibilità di osservare l’ambiente di quel tempo, o addirittura di fare veri e propri balzi in determinati momenti del passato, così da poter manomettere l’ambiente e modificare il futuro; in poche parole diventare il nonno di sé stessi.

The House of Da Vinci 2
Diamo uno sguardo al passato grazie all’Oculus Perpetua.

Sono un bambino intelligente!

Togliamoci direttamente il molare e passiamo al sodo: i rompicapi sono ben fatti e piacevoli da risolvere. Solo una piccola parte — facciamo un 10% — fanno parte della famosa categoria degli enigmi privi di una qualsiasi logica e risolvibili solo entrando nella testa degli sviluppatori; questi sono concentrati nel secondo capitolo del gioco e possono intimidire un giocatore poco paziente. Se si perde tempo con un rompicapo compaiono diversi suggerimenti: si parte da roba semplice, come il consigliare di osservare bene un oggetto, fino alla risoluzione completa. Superare un rompicapo è una bella soddisfazione (soprattutto senza leggere i suggerimenti) e devo ammettere che solo una volta ho dovuto aspettare il suggerimento con la soluzione per poter andare avanti.

L’unico problema dei rompicapi non è la difficoltà, ma il sistema di controllo, tentativo maldestro di convertire una modalità touch-screen in una classica con mouse: non avremo problemi nel movimento in sé, ma imprecheremo molto quando dovremo muovere una ruota o una manovella, o peggio affrontare un rompicapo che prevedere tutto ciò. Basta fare un movimento brusco con il mouse o peggio allargarci di qualche centimetro e vedremo la ruota del nostro enigma muoversi come un ossessa, spesso con disastrose conseguenze sulla risoluzione. Qualche volta avremo delle difficoltà ad andare avanti perché non abbiamo ben analizzato un oggetto nel nostro inventario oppure non individueremo subito un oggetto o un rompicapo da affrontare, ma questo per fortuna non avviene mai per colpa di una noiosa caccia al pixel.

Per chi ama le sfide è possibile disabilitare i suggerimenti oppure tentare di conseguire l’obiettivo di finire la nostra avventura in sette o addirittura cinque ore.

The House of Da Vinci 2
Tra i rompicapi c’è anche la versione meccanica e rinascimentale del gioco delle tre carte.

Un Leonardo da venti euro

Dopo aver analizzato i rompicapi è rimasto ben poco da scrivere. L’aspetto grafico fa la sua bella figura tra gli ambienti molto ben fatti, volgarmente un piacere per gli occhi, e i buoni modelli dei pochi personaggi che incontreremo; piccola chicca sono i disegni nel diario di gioco, utili spesso per risolvere i diversi rompicapi. Sul piano narrativo, la storia è piuttosto lineare con qualche colpo di scena, ma sinceramente non è il punto di forza del gioco. Essendo un titolo nato per iOS e per Android la longevità è scarsa, si conclude il gioco in otto, esagerando dieci ore; però proprio su tal questione è necessaria una piccola critica: con tutto il bene che si vuole ai ragazzi della Blue Brain Games, non può esserci una differenza di ben quindici euro tra la versione portatile (4,99€/5,49€) e quella PC (19,99€). Presente anche un versione Nintendo Switch (9,99€)

Consiglio questo gioco? Sì, ma prendetelo per iOS o Android, questo è il titolo da giocare mentre si aspetta il treno o nei momenti di noia, si risolvono un paio di enigmi e il tempo vola via; se proprio volete prenderlo per PC aspettate qualche bundle oppure che scenda di prezzo. Non è un gioco da venti euro.

The House of Da Vinci 2

La conclusione della recensione è arrivata, ma non quella dell’articolo vero e proprio: potrei descrivervi la mia classifica personale delle waifu, ma data l’atmosfera che gira in redazione preferisco indicarvi, anzi linkarvi, ad altri articoli interessanti come i numerosi speciali del caldo giugno dedicati ai Naughty Dog tra Crash, Uncharted e The Last of Us (Voto del secondo capitolo? Lo anticipo: ∞).

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