Personaggi in cerca di sequel — Parte 1

Tra meno di trenta giorni si concluderà il secondo decennio del ventunesimo secolo. Una delle peculiarità di questo decennio è stata una forte nostalgia verso prodotti e costumi tipici del periodo tra le fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. Questo decennio ha visto anche consolidarsi il dominio — quasi monopolio — di diversi franchise, i quali sopravvivano come masse amorfe producendo protuberanze da milioni di dollari.

Nel cinema e nella televisione Disney e Amazon dominano menti, corpi e anime; Stallone è a capo di una banda di mercenari che combatte contro il sito dell’INPS per scoprire se è stato accreditato l’aumento di pensione sancito dalla finanziaria del 2002; Star Trek ha ben tre telefilm, tra cui uno in cui Sir Patrick Stewart, oramai bimillenario, dà piste di recitazione a mille muscolosi maschietti e a donne forti e indipendenti.

Qualcosa di simile è accaduto nel mondo dei videogiochi: invasione di remake e di remaster a non finire; cinque-sei distributori che si scambiano software house e diritti di pubblicazione manco fossero figurine.

In precedenza ho trattato il fenomeno dei remake e delle cosiddette special edition (link), ma basta fare un giro per il nostro portale per vedere vecchi titoli impacchettati con un fiocco in 4K, oppure vecchie serie che tornano riproponendo le stesse vecchie storie leggermente modificate o addirittura proponendo qualcosa di nuovo.

Personaggi
Diapositiva del sottoscritto, dopo aver ficcato ben dodici link interni in sei righe.

Ovviamente nuove storie e nuovi titoli sono nati e hanno fatto breccia nei cuori dei giocatori; allo stesso tempo le storie di diversi protagonisti si sono concluse. Kiryu, Clementine e addirittura quell’infoiato di Rance possono comprare quella piccola luna ed entrare nella leggenda (cit).

Però (ma potrei dire pure purtroppo) esistono diversi personaggi meritevoli di una conclusione delle loro storie o addirittura di nuove storie. Personaggi caduti nel dimenticatoio o addirittura entrati troppo presto nella leggenda, personaggi da ripescare, da riutilizzare e pure da resuscitare.

Wei Shen

Personaggi

Franchise: Sleeping Dogs.

Ultima apparizione: 2012.

Perché dovrebbe tornare: Unico clone di GTA capace di eguagliarlo e pure di superarlo in certi aspetti.

Di chi è la colpa della sua scomparsa: Distributori ciechi! Stiamo parlando di Square-Enix! Manco Sega e Kalypso Media riescono a gestire i propri franchise peggio di Square-Enix.

Recap: Diciannove anni fa l’industria videoludica fu sconvolta nelle proverbiali fondamenta dall’arrivo del terzo capitolo di Grand Theft Auto. E per diciannove anni diversi sviluppatori hanno tentato di creare la risposta a tale titolo; tentativi in buona parte malriusciti che oscillavano tra il clone mediocre e un buon titolo con qualche interessante idea, oppure una buona storia venduta con un open world abbastanza inutile. Titoli o intere saghe come Mafia, L.A. Noire, Just Cause, Total Overdose, Torrente, Saints Row, e infine True Crime. Quest’ultima saga, composta da due titoli, fu sviluppata dalla defunta Luxoflux e pubblicata da Actavision tra il 2003 e il 2005. Due titoli mediocri, esemplificazione perfetta del clone malriuscito di GTA. Successivamente Activision affidò il terzo capitolo della sua serie ai novelli United Front Games, ma poi ritirò il tutto. United Front Games si ritrovò un titolo in parte finito, lo propose a Square-Enix e da lì nacque Sleeping Dogs.

Sleeping Dogs propose un open world alla GTA senza scimmiottarlo eccessivamente, puntando su un sistema di gioco che coniugava esplorazione, un buon modello di guida dei veicoli, sparatorie frizzanti con un semplice sistema di copertura e dei buoni scontri a mani nude a suon di kung fu. Sul piano narrativo Sleeping Dogs sintetizzò perfettamente l’idea della Cina urbana nell’immaginario occidentale tra Triadi, kung fu, giganteschi condomini-formicaio, poveri macellai, burocrati fedeli alla volontà di Pechino, donne misteriose che indossano il qipao o lo hanfu; ma anche l’immagine della Cina proposta da due-tre generazioni di cinesi nati e cresciuti a Hong Kong, Macao e Shanghai o addirittura negli Stati Uniti, ossia una Cina occidentalizzata che si propone ai consumatori statunitensi ed europei come alternativa culturale asiatica al Giappone (cosa non riuscita all’India o alla Corea del Sud per diversi motivi).

La storia di Wei Shen è conclusa: . Al massimo c’è un accenno a un possibile sequel. Ovviamente per protagonisti come Wei Shen basta poco per sviluppare una nuova storia, roba del tipo Wei ricordi il tuo gatto morto di overdose mentre studiavi a Los Angeles? Abbiamo scoperto che lo spacciatore che vendette la dose mortale ora è il capo della gang 847 hours di Caivano.

Gli zoomer apprezzerebbero il ritorno di Wei Shen: . Wei Shen è l’esempio perfetto del personaggio asiatico che piace tanto al pubblico occidentale e agli asiatico-occidentali in Europa e negli USA. Forte, stoico, muscoloso, tatuato, rispettoso delle tradizioni ancestrali dell’epoca Ming, ma non immune al decadente consumismo occidentale.

Potrebbe tornare: . Stiamo parlando di Square-Enix, che prima accenna a un secondo capitolo, poi l’affida a un secondo gruppo di sviluppatori che pubblicano un gioco multiplayer che non supera manco la beta; nel frattempo United Front Games abbandona il mondo dell’industria videoludica per quella cinematografica.

Square-Enix ha difficoltà a gestire tutti isuoi franchise: Tomb Raider è arrivato a tre capitoli per miracolo o per resilienza; Hitman è stato ceduto alla Warner Bros; Deus-Ex è abbandonato, perché colpevole di non essere riuscito a coprire le spese; addirittura FF7 remake potrebbe avere lo stesso destino. In poche parole potrebbe succedere di tutto: domani Square-Enix annuncia uno Sleeping Dogs 2 sviluppato da pincopallino, oppure lo cede alla Paradox in cambio del prestito con diritto di riscatto della saga Victoria. Poi c’è tutta la questione politica: l’ambientazione di Honk Kong è bruciata, perché negli ultimi anni i nostri nuovi padroni cinesi sono diventati piuttosto permalosi quando si parla della loro integrità territoriale; ovviamente si può spostare tutto il cucuzzaro di ambientazione a Los Angeles, a San Francisco o a Prato.

Note personali: Negli anni forumistici ho chiamato Wei Shen il Coliandro cinese. Io dico agli sviluppatori italiani, andate a strisciare da Carlo Lucarelli e acquistate i diritti di Coliandro e pure di Cornelio, producete una buona avventura grafica.

Cate Archer

Personaggi

Videogioco: No One Lives Forever (NOLF).

Ultima apparizione: 2003.

Perché dovrebbe tornare: Ambientazione e protagonista intriganti, benché la nostalgia per gli anni ‘60 è passata di moda da un po’. Le potenzialità proposte nel secondo capitolo possono essere pienamente compiute nel nuovo decennio.

Di chi è la colpa della sua scomparsa: La selezione naturale dei FPS avvenuta nella seconda metà del decennio scorso. Ah! Anche la morte e resurrezione di Sierra Entertainment con tutti i diritti dei vari titoli dispersi in giro.

Recap: Il FPS è un genere in continua evoluzione e fino alla metà del decennio scorso tale evoluzione era scandita dalla pubblicazione dei Quake e degli Unreal, almeno finché i Call of Duty hanno cannibalizzato il genere. In quegli anni la pubblicazione di un nuovo Quake (o di un nuovo Unreal) significava principalmente un nuovo motore grafico e la possibilità per gli altri sviluppatori di proporre la loro idea di FPS. Il 1999 fu l’anno di Quake 3 e non a caso l’inizio di un’età dell’oro dei FPS che si concluse intorno al 2005–6, il cui zenit fu raggiunto dalla coppia Deus Ex e Thief 2. Il primo, ibrido tra un FPS e un GDR, raccolse l’eredita degli Ultima Underworld e dei System Shock; il secondo dimostrò la possibilità dell’applicazione delle meccaniche stealth anche alla visuale in prima persona.

NOLF fece parte di quei tentativi di imitare Deus Ex e Thief 2. Principalmente il secondo capitolo riuscì a coniugare un buon FPS con alcuni piccoli accenni di GDR (cinque-sei caratteristiche da potenziare a suon di punti esperienza) e la possibilità di un approccio stealth ai diversi livelli. Punti di forza erano l’ambientazione e la protagonista carismatica, parodia dei James Bond e delle Charlie’s Angels (non dimentichiamo che in quegli anni nei cinema faceva furore un certo Austin Powers). Ah, la saga di NOLF è una trilogia: c’è un terzo capitolo dove cambia il protagonista, ma questo è un titolo mediocre e chiodo sulla bara della saga.

La storia di Cate Archer è conclusa: Sì. Non importa. Ian Fleming insegna che il lavoro di una spia non finisce mai e ci sarà sempre un giocatore di baccarat che vuole conquistare il mondo.

Gli zoomer apprezzerebbero il ritorno di Cate Archer: Sì. Donna forte, carismatica e indipendente circondata da maschi incapaci e da un paio di figure paterne. Devo dire altro?

Potrebbe tornare: No. I diritti sono caduti nell’oblio tra gli sviluppatori Monolith (parte della Warner Bros) e i distributori di Sierra (parte di Activision). Se arriva una remaster è un miracolo.

Note personali: Ian Fleming, vecchio inglese imperialista che considerava tutti coloro al di là del Canale della Manica una banda di subumani asiatico-mediterranei-slavi, si sarà facendo le belle risate all’Inferno per tutto il pandemonio sulla nuova 007.

Gabriel Knight & Grace Nakimura

Personaggi
Gabriel, sono sicuro che la Lancia di Longino è nascosta a Voghera.

Videogioco: Gabriel Knight

Ultima apparizione: 1999.

Perché dovrebbe tornare: La PC Master Race ha bisogno di belle storie senza esagerare nella ennesima analisi pseudo-sociologica delle storture di questo grande mondo malato. Jane Jansen, se ci stai leggendo, io ti supplico di darci un quarto capitolo. Gabriel Knight merita nuove storie! Le merita! Non un fumetto! Un’avventura grafica! E sono sicuro che ci sarà qualche distributore pronto a finanziarla. O Cognition 2 o Gabriel Knight 4!

Di chi è la colpa della sua scomparsa: La morte delle avventure grafiche, il fallimento del modello Telltale, le avventure grafiche utilizzate come demo per sviluppatori novelli. Jane Jansen che non osa.

Recap: Una delle principali saghe dell’età dell’oro delle avventure grafiche era Gabriel Knight, titolo scritto, diretto e pure programmato da Jane Jansen. Gabriel Knight fu un’avventura grafica punta e clicca per il primo capitolo; avventura grafica punta e clicca con filmati FMV degni della soap-opera piemontese per il secondo capitolo; avventura grafica in tre dimensioni per il terzo capitolo. Ottime storie, ottimi giochi, ottimi personaggi, diamine! Jane Jansen è una delle migliori scrittrici videoludiche viventi, forse una delle poche della vecchia guardia che non si è compromessa.

La storia di Gabriel Knight & Grace Nakimura è conclusa: . Le storie sono autoconclusive, anche se nel terzo capitolo i due protagonisti hanno condiviso un letto. Ma se Supernatural è durato per quindici stagioni, non possiamo scrivere una nuova avventura per Gabriel Knight? Che ne so, Loch Ness, l’Arca dell’Alleanza, il prepuzio di nostro signore Gesù Cristo, la bustina di anfetamine che ho nascosto in giro per la redazione e non so dove sia finita.

Gli zoomer apprezzerebbero il ritorno di Gabriel Knight & Grace Nakimura: . Grace è il prototipo della nerd intelligente e indipendente che fa da balia a un belloccio come Gabriel. Il belloccio è un po’ imbranato, pieno di dubbi, ma dal cuore d’oro, un po’ come qualsiasi personaggio interpretato da Nathan Fillion o da Brendan Fraser.

Potrebbe tornare: . I diritti sono nelle mani di Jane Jansen, quindi servono solo un distributore (non neo-Sierra) con una valigetta piena di dollari per finanziare un quarto capitolo e la volontà dell’autrice.

Note personali: Io non sto chiedendo niente di trascendentale, una semplice nuova avventura per Gabriel Knight, basta! Grande volontà del grande universo, perché mi odi? Ah… per quello, io credevo che si diventasse solo ciechi.

Carrera, Mercedes & Ratty

Personaggi
Da sinistra verso destra: Carrera, Mercedes & Ratty.

Videogioco: Viper GTS.

Ultima apparizione: 2000/4.

Perché dovrebbe tornare: I Viper della Sogna sono stati i primi eroge ad arrivare in Occidente. Se la JAST raccattasse i diritti e li proponesse gratuitamente sul suo portale come fatto con altri titoli non farebbe male.

Recap: Quando scrissi di True Love, parlai della prima invasione degli eroge in Occidente, opera di due case nipponiche, ossia la JAST (come distributori) e la defunta Sogna. Quest’ultima aveva una politica degna dell’incrocio perverso tra Paradox, Kalypso Media, EA e Telltale: rilasciare numerosi titoli dei più svariati generi spesso con scene ricicliate da titoli precedenti. Buona parte dei titoli erano dei button-smashing in cui si era ricompensati con una scena di sesso, ma negli ultimi anni della sua vita Sogna produsse un paio di Visual Novel Bishoujo, diversi mahjong, un Typing game e pseudo giochi da tavolo alla Mario Party. Sogna investì moltissimo nel merchandising: in Oriente si poteva trovare di tutto e di più (tra cui la light novel di Viper CTR), in Occidente CD bonus con diverse immagini o gli artbook. Sogna comprese una cosa che manco Sega capì a quel tempo, ossia la possibilità di sfruttare un mercato immenso composto da weeb europei e statunitensi.

Tra gli innumerevoli titoli di Sogna ne meritavano giusto cinque-sei, soprattutto per la bontà dei disegni e delle animazioni (aumentati con il passaggio dal Floppy al CD) e per il carisma personaggi. Esempi sono la saga BTR, con protagonista Ruri (parodia delle magical girl), e Rise, con la prosperosa Akira e la timida Karin. Non erano un gran che, ma erano come posso dire… innocenti! Sì, c’era un innocenza e una volontà di non prendersi sul serio.

La storia di Carrera, Mercedes & Ratty è conclusa: Sì. Le storie erano autoconclusive. Diamine, i Viper non erano questi capolavori della narrativa erotica, erano storie semplici e a tratti banali con qualche lampo di genio. Almeno tre saghe fanno parte dello stesso universo, perché Ruri (BTR) appare in GT1 come cliente dell’Anne Mitter e in Typing come rivale di Ratty.

Gli zoomer apprezzerebbero il ritorno di Carrera, Mercedes & Ratty: ahahahaahahahahahaahahaah! Mio Dio! Sto avendo un embolo e posso morire, diamine NO! NO! I Viper sono un inno agli anni Novanta, oggi verrebbero considerati noiosi e banali o peggio una decostruzione involontaria dei cliché degli shojo. Però, e dico però, tutti quei sviluppatori occidentali, indiani e cinesi che scrivono visual novel da quattro soldi potrebbero dare un occhio ai Viper e imparare due-tre cosette.

Potrebbe tornare: No. I diritti dovrebbero essere in mano a… nessuno! Quindi è facile trovare i diversi titoli galleggiare nel mare dell’abandonware; inoltre mi hanno detto che un piccolo sviluppatore ha fatto un miniremake del GTS (vabbè, stiamo parlando di quella semispazzatura digitale che c’è su DLsite). Mah, l’amico Nippone è meno avaro dello yankee disneyano.

Personaggi
Nota personale: Mi sono reso conto di aver sbagliato tutto. Non dovevo essere l’allegra canaglia di Frequenza Critica consumatrice di farmaci scaduti, ma imparare il nipponico e tentare di sfondare come autore di light novel basate sugli eroge.

John Shepard

Personaggi
Mass Effect 2, aka inquadra il culo di Miranda e gli addominali di Jacobs; e fai quelle inquadrature di Thane dove si rischia un attacco epilettico.

Videogioco: Mass Effect.

Ultima apparizione: 2012.

Perché dovrebbe tornare: Sì, okay, ora vi arrabbiate e dite che diamine centra Shepard, dato che è in arrivo la remaster dei tre capitoli. In verità vi dico, il mondo videoludico ha bisogno del ritorno di Shepard.

Recap: Mass Effect fu una delle migliori saghe del decennio scorso, un GDR che sul piano narrativo ha dato le piste a tante altre saghe occidentali e nipponiche gareggiando ad armi pari con capisaldi come Torment e Fallout. John Shepard è la sintesi del capitano spaziale, nelle sue vene scorre il sangue di un Kirk, di un Picard, di un Sherdian, di un Reynolds; ma soprattutto, citando quest’ultimo capitano, Mass Effect è uno di quei pochi giochi di ruolo dove la massa di compagni di avventura è davvero una famiglia con affetti e problemi. EA amalgamò numerosi cliché della fantascienza con un’ottima scrittura e propose quell’immagine di famiglia di matrice fireflyania (un po’ mista a quella nipponica degli shonen) e ovviamente propose tre ottimi giochi.

La storia di Shepard è conclusa: . Con i tre bottoni e mezzo. Poi c’è quel train wrack chiamato Andromeda che tutti noi abbiamo dimenticato. L’universo ha bisogno di eroi che tornano nei momenti più oscuri e soprattutto quando la fantasia scarseggia. Se non si riesce a scrivere un nuovo Shepard (Otami e Brennan non si avvicinano nemmeno) forse è necessario ripescarlo.

Gli zoomer apprezzerebbero il ritorno di Shepard: Buona parte di essi ci ha giocato, quindi .

Potrebbe tornare: Sì. Ci sono una remaster in arrivo e un nuovo episodio in lavorazione, che potrebbe essere Mass Effect 4 o un più banale Pre-Sequel. Un uomo può sempre sognare.

Personaggi
Riassunto di settant’anni di fantascienza da Kirk a Char in una frase.

Nel prossimo episodio: Due distinte poliziotte, il più grande dei mercenari degli anni Novanta, un ragazzo che diventa ragazza per tre volte, un Navy SEAL sperduto su uno strano pianeta, tre fratelli per tre mecha, piccoli coccodrilli, vampiri, morti viventi, sexy vampire e tanti altri.

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