Minecraft Dungeons non è parente di Minecraft

Minecraft, il sandbox che ha reso contenti grandi e piccini (beh, soprattutto i piccini) ha fatto tanta strada, e non ha perso tempo nello sforare fuori dal medium videoludico per spingere sul merchandise di qualsiasi genere: magliette, diari, borse, pupazzetti, costumi, giocattoli e chi più ne ha, più ne metta.

Per un titolo lanciato ormai una decina di anni fa, è chiaro che Minecraft rappresenta quella che per molta gente è stata a tutti gli effetti l’infanzia, a dimostrazione del fatto che il continuo supporto e l’espansione dei suoi contenuti ha permesso di cementificare la sua posizione nel settore col passare degli anni. Inevitabile quindi la pubblicazione di uno spin-off per ravvivare la fiamma del brand e iniziare a esplorare anche altri sistemi di gioco: Minecraft Dungeons è stato lanciato un paio di mesi fa e ha riscosso una accoglienza… tiepidina, a dire il vero.

Minecraft Dungeons
In fondo, spaccare teste quadrate ha il suo perché.

Non senza motivo, perché se da un lato l’immagine cubettosa del titolo si mostra esattamente per quello che è (un Diablo con la pelle di Minecraft), dall’altro le meccaniche di gioco hanno ben poco da spartire con l’originale. Sappiamo tutti come funziona Minecraft: si esplora, si raccolgono risorse, si costruiscono attrezzi ed edifici e si inizia a sperimentare con tutto quello che c’è intorno a noi, cercando di sopravvivere il più a lungo possibile e cercando sempre nuovi modi di utilizzare le risorse proposte in maniera creativa. In Minecraft Dungeons tutto questo non succede, in quanto tutto il gioco ruota attorno al massacrare orde di nemici senza tante menate.

Esattamente come per un Diablo, un Sacred o un Torchlight, il succo del gioco consiste nel potenziare progressivamente l’equipaggiamento e le statistiche sconfiggendo nemici e raccogliendone il bottino, procedendo in dei livelli lineari con l’occasionale diramazione verso un baule, un segreto, o molto semplicemente un vicolo cieco. Non c’è niente di interagibile con il mondo di gioco salvo l’eventuale leva da tirare o cassa da aprire e non esiste alcun sistema di crafting per personalizzare l’approccio e crearsi delle soluzioni, anzi.

Minecraft Dungeons
I bauli sono uno dei pochi oggetti interagibili nei livelli, insieme a chiavi e interruttori.

Non fraintendetemi: l’azione scorre in maniera ritmica e ipnotica come un qualsiasi buon clone di Titan Quest sa fare e, da questo punto di vista, Minecraft Dungeons riesce a dare soddisfazioni.

La parola d’ordine per il gameplay è stata “semplicità”: non ci sono set di statistiche da potenziare spendendo punti esperienza, le build sono limitate esclusivamente al tipo di equipaggiamento indossato, diviso tra un’arma a distanza, una corpo a corpo, una armatura e tre manufatti dagli effetti più disparati. Le statistiche stesse sono legate all’equipaggiamento e con esso, come in Destiny, sale anche il livello di Potenza a rappresentare l’efficacia complessiva del nostro personaggio, fondamentale per tenere testa ai livelli di difficoltà più elevati.

I tre pezzi di equipaggiamento possono essere incantati con degli effetti aggiuntivi, divisi per tipologia di arma o armatura: curare gli alleati a ogni colpo andato a segno, rubare la velocità dei nemici, moltiplicare il numero di frecce scoccate o farle rimbalzare tra le creature, richiamare tuoni a ogni attacco e lasciare scie di fuoco dopo aver rotolato. Questi sono alcuni degli effetti secondari con cui è possibile specializzarsi, in modo da sviluppare uno stile di gioco appropriato al tipo di ruolo che vogliamo adottare.

Minecraft Dungeons
L’unica schermata dedicata alla personalizzazione: a sinistra gli oggetti equipaggiati, al centro l’inventario e a destra le statistiche dell’oggetto selezionato. Tutto molto essenziale.

A dare manforte alle solite spade, mazze e balestre sono presenti gli artefatti, degli oggetti attivi che permettono di arrecare gravi danni ai mostri, indebolirli, potenziare e curare gli alleati o evocare creature. L’utilizzo degli artefatti in sinergia con gli incantesimi applicati all’equipaggiamento consente di adottare un approccio flessibile e il drop di nuovi oggetti consente di modificare al volo in maniera radicale lo stile di gioco, spaziando per provetti arcieri capaci di far esplodere i nemici a incantatori per aumentare le capacità offensive della squadra. Non c’è mana — gli artefatti possono essere utilizzati dopo la scadenza del cooldown — e i potenziamenti temporanei forniti da cibo e pozioni reperiti sui nemici vengono attivati immediatamente, per un tempo limitato.

Anche l’inventario è molto essenziale, costituito unicamente dai sei slot di equipaggiamento in una comoda unica schermata. Insomma, è chiaro che Minecraft Dungeons sia un prodotto rivolto a un pubblico più giovane, che non lo rende necessariamente un gioco troppo facile da affrontare, ma che riduce all’osso le variabili da tenere in conto: l’intero gameplay è cucito attorno alle capacità del personaggio, piuttosto che alla struttura dei livelli e delle creature da affrontare.

Minecraft Dungeons
La mappa ospita una decina di livelli, ma a parte l’aspetto visivo, le differenze tra di loro sono minime.

Per il resto non è che ci sia molto da dire: la dozzina di livelli proposti è completabile nel giro di qualche pomeriggio (con due successivi livelli di difficoltà a fare da New Game Plus) e strutturalmente sono tutti identici. Giusto il dungeon nel tempio offre delle trappole a cui bisogna prestare attenzione, toh.

Anche la varietà proposta di nemici non è che sia esattamente stellare: c’è chi attacca corpo a corpo, chi tira frecce, chi fa le magie e le relative varianti con più punti vita del normale. A volte il titolo si degna di lanciarci addosso qualche nemico con degli effetti speciali, ma niente che un buon fulmine dal cielo non possa sistemare. Anche i boss non si distinguono per varietà e capacità intimidatorie. Eppure, nonostante l’essenzialità, Minecraft Dungeons è un titolo rilassante, più che noioso: si procede a ritmo spedito e la crescita del personaggio è tangibile mano a mano che si sbloccano oggetti sempre più potenti, i quali a loro volta ci permettono di affrontare orde sempre più consistenti e ostinate. Non stiamo parlando di un gioco particolarmente interessante o raffinato, men che meno rivoluzionario, eppure riesce comunque nell’intento di far passare qualche ora spensierata con un giochino da affrontare a mente spenta, o di rappresentare un tutorial per chi non è avvezzo alla complessità di un Path of Exile.

Il punto debole più grande di Minecraft Dungeons è proprio il portare il marchio di Minecraft, in quanto mancano le caratteristiche che hanno reso famoso il titolo principale. C’è anche da dire che tolto l’appeal del brand, quello che resta è un hack ’n’ slash abbastanza blando e che probabilmente sarebbe finito dimenticato in mezzo alla massa di indie pubblicati settimanalmente se non fosse stato per il Game Pass. E, lo ammetto, sono riusciti a ottenere la mia attenzione per un po’ di tempo, che non considero andato sprecato, tant’è che mi sono impegnato a terminare tutti i livelli a tutte le difficoltà. Minecraft Dungeons mi ha dato una esperienza essenziale e banale, ma non per questo non divertente.

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