Lo Wang torna a fare danni in Shadow Warrior 2

Quando finisco un gioco, di solito, cerco sempre di passare ad un genere completamente differente. Passare una decina e più di ore a fare, ancora una volta, le stesse cose che ho già fatto non mi permetterebbe di apprezzare appieno giochi altresì validi. Ovviamente, a questa regola c’è l’eccezione: Shadow Warrior. Gli smembramenti all’arma bianca in prima persona realizzati da Flying Wild Hog sono una delle poche cose di cui non mi stancherei mai. Così, desideroso di accrescere la collezione di teste di demone a colpi di katana, ho deciso di installare Shadow Warrior 2.

Selezionando una nuova partita, la descrizione che accompagna i vari livelli di difficoltà denota un leggero cambio di genere per questo sequel: non più un FPS ispirato ai classici, ma un looter shooter molto simile alla famosa serie dei Borderlands di Gearbox Software. Ogni livello di difficoltà determina la gravità dei malus a cui saremo sottoposti: se giocare a facile non applicherà alcun tipo di malus, giocare a difficile vorrà dire ricevere quasi il doppio dei danni in più e una completa guarigione dei nemici in caso di morte prematura.

Shadow Warrior 2
Ogni difficoltà presenta una serie più o meno farcita di bonus e malus, con ricompense calibrate di conseguenza.

Scegliere il livello di difficoltà maggiore con un personaggio per nulla sviluppato comporta una sfida più che degna, che i giocatori più navigati di certo apprezzeranno, ma non è l’unica ragione per selezionare un’elevata difficoltà: solo i malus maggiori permettono di trovare il loot della miglior qualità possibile. Loot che in Shadow Warrior 2 è composto da modifiche applicabili sia sulle armi, sia sull’armatura di Lo Wang. La qualità dei bonus e, in certi casi, dei malus presenti su una modifica è indicata visivamente da una scala di colori identica a quella dei Borderlands: si parte dal bianco per le modifiche più comuni, passando per verde e blu su un loot decisamente migliore per arrivare ai pezzi unici con effetti di colore arancione.

La varietà di tali bonus è decisamente elevata e si può personalizzare il proprio protagonista come più si preferisce: si possono applicare proprietà elementali alle armi in modo da infliggere danni da fuoco, elettricità, gelo, o anche avvelenare i nemici per infliggere un danno esteso nel tempo. Si può addirittura sfruttare il dual-wielding, ovvero equipaggiare la stessa arma con entrambe le mani, su pistole e mitragliette per aumentare l’efficacia di altre modifiche applicate. L’arsenale su cui è possibile mettere le mani è decisamente più ampio rispetto all’originale: pistole, mitragliatrici, fucili a pompa e lanciamissili si presentano in diversi modelli con caratteristiche differenti, utili nel caso si voglia specializzare un tipo di arma contro un determinato tipo di nemico o massimizzarne una caratteristica in particolare. Anche la categoria delle armi bianche ha ricevuto la cura che meritava: doppie spade, pugnali e addirittura una motosega sono solo alcune tra le scelte possibili, da utilizzare insieme alla sempre presente katana se si vuole avere qualche incontro ravvicinato con i nemici.

Shadow Warrior 2
L’elemento applicato sull’arma sarà subito riconoscibile sia tramite effetti visivi sul modello grafico, sia da una scheda delle statistiche.

Anche la struttura dei livelli è stata completante rivista: non più livelli lineari con un punto di partenza ed un punto di arrivo, bensì grandi aree che si sviluppano verticalmente, da esplorare a proprio piacimento e pieni zeppi di nemici e casse da depredare. Ogni elemento presente sulla mappa di gioco è indicato con una specifica icona sulla mini-mappa, sempre presente a schermo, la quale indica anche se un dato elemento è ad un livello inferiore o superiore rispetto al personaggio. Si può raggiungere ogni livello selezionandolo dall’hub di gioco principale, dove sono presenti vari personaggi in grado di assegnare missioni secondarie da affiancare a quelle della storia principale. Tali missioni saranno utili a guadagnare il karma necessario a far salire di livello Lo Wang, così da sbloccare punti abilità da investire in abilità e poteri in modo simile a quanto avveniva nel primo capitolo. Ovviamente tali incarichi, come tutti gli obiettivi che ci verranno dati dal gioco, potranno essere completati nell’ordine e nei tempi che più ci aggradano senza dover seguire un ordine prestabilito.

Chiaramente il gameplay alla base del gioco riflette i cambiamenti apportati alla struttura dei livelli e si adegua di conseguenza: Lo Wang è molto più agile, ora in grado di arrampicarsi automaticamente a sporgenze e arrampicarsi su determinate pareti in modo da rendere l’esplorazione e la libertà di movimento il più fluida e veloce possibile. Si può saltare dalle zone più alte dei livelli verso quelle più basse senza temere i danni da caduta, mentre l’esecuzione delle combo per attivare poteri e colpi speciali è stata semplificata al fine di mantenere la concentrazione al massimo negli scontri contro gli ancor più numerosi nemici presenti a schermo. Nemici anch’essi affetti dallo stesso sistema di rarità del loot, in grado di presentare esemplari unici dalle statistiche e dalle dimensioni fuori scala, talvolta anche in grado di evocare diversi alleati da usare come scudo.

Shadow Warrior 2
Il nome dei nemici ne indica la qualità, mentre gli effetti grafici ne indicano elemento o latre caratteristiche.

Ciò che non è cambiato è lo smembramento dei nemici a colpi di arma bianca, vero e proprio punto forte di questa serie: un tripudio di sangue, budella e parti anatomiche reso ancor più spettacolare dal rinnovato motore grafico. I modelli poligonali dei nemici presentano molte parti del corpo in più da mozzare, anche dopo la loro dipartita. Privare un nemico di un suo arto non vuol dire solo appagare il proprio gusto per il gore più esagerato, ma anche privarlo di uno scudo o della capacità di effettuare un determinato attacco. Il tutto ovviamente accompagnato dalle battutacce di Lo Wang, il quale riesce ancora a citare malamente Dirty Harry mentre alza il dito medio ai suoi nemici.

Il cambio di genere realizzato dai Flying Wild Hog non ha fatto altro che migliorare un titolo con un gameplay più che valido di per sé, agendo direttamente sui difetti più evidenti e sviluppando ulteriormente la parte GDR già presente. Sarà difficile raggiungere una quantità di ore tale da ritenermi sazio di smembrare vagonate di demoni mentre stermino la fauna locale di conigli demoniaci nel pieno della stagione di accoppiamento.

Shadow Warrior 2
Lo Wang si dimostra come sempre un uomo di gran classe.

D’altra parte, il terzo capitolo delle avventure di Lo Wang non è proprio dietro l’angolo…

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