Dawn of War 2: le mille voci della guerra

Quando mi ritrovo a giocare a uno strategico, c’è una caratteristica a cui non manco mai di prestare attenzione. Per molti probabilmente sarà qualcosa di poco importante, di secondario, magari addirittura una fonte di distrazione da disattivare appena possibile. Ma per me non è così: negli strategici in tempo reale, le voci di tutti quei soldatini che controlliamo e mandiamo sulla linea del fronte a fare (si spera) una non troppo brutta fine sono una parte fondamentale del genere, qualcosa della quale non riuscirei a fare a meno e che per me fa la differenza fra un buono, o anche ottimo, strategico e uno che mi resterà invece sempre impresso, anche a distanza di anni.

Regina incontrastata del doppiaggio delle unità negli strategici in tempo reale è senza ombra di dubbio Relic Entertainment. Chi è convinto la Blizzard ci si avvicini o, vivaddio, la superi, può tranquillamente fare un confronto fra la quantità di cose che ha da dire il Marine di StarCraft 2 e quanto invece sono contenti di ritrovarsi in mezzo a un campo di battaglia i Coscritti russi di Company of Heroes 2. Chi non ha la voglia o la possibilità di aprire un link di YouTube sappia che un video è lungo due minuti, e l’altro venti. A voi l’arduo compito di indovinare quale, mentre io darò per scontato che siamo sulla stessa pagina e passerò a parlare del mio doppiaggio preferito: quello di Warhammer 40,000: Dawn of War 2 e delle sue relative espansioni.

Dawn of War 2
Gli Space Marine Assaltatori si fiondano sulle linee di Orki con il loro jetpack.

Ora, un attimo di background per chi non ha familiarità con l’universo creato da Games Workshop. Nel quarantunesimo millennio, in breve, la vita fa schifo. “Sì, ma anche adesso non è che sia questa gioia”, penserete voi. Ecco, no, nel quarantunesimo millennio siamo proprio su un livello oltre: l’umanità è infatti costantemente sotto assedio da razze aliene di vario tipo, che includono ma non sono limitate a:

  • Elfi spaziali raminghi che vedono gli esseri umani come poco più che scimmie;
  • Spore verdi dall’intelligenza variabile che assumono forma umanoide e non adorano nulla di più che un sano massacro;
  • “Umani” geneticamente modificati per essere perfette macchine da battaglia, ma corrotti dall’influenza degli dei del Caos;
  • I demoni assortiti che tradizionalmente accompagnano i perfetti guerrieri di cui sopra;
  • Gli xenomorfi di Alien, solo più grandi, più numerosi, più cattivi, più intelligenti e capaci di attraversare lo spazio in enormi bioflotte.

E questi sono solo quelli che impareremo a conoscere giocando a Dawn of War 2. A questo punto voi starete pensando “Ah, è la solita cosa dove gli umani sono gli eroi senza macchia e senza paura.” Neanche per sogno, o meglio, ci sono ovviamente degli umani che sono dei grandissimi bulli come per esempio Sly Marbo, ma in linea di massima vivere nella società umana fa abbastanza schifo, perché se vi va bene passate la vostra vita a lavorare in enormi città formicaio assieme a qualche altro miliardo di persone e se vi va meno bene verrete arruolati nelle schiere dell’Astra Militarum (precedentemente nota come Guardia Imperiale) per affrontare le minacce di cui sopra armati di un’arma terribilmente inadeguata. Ma se siete fortunati forse prima di morire riuscirete a vedere uno Space Marine, uno degli angeli della morte dell’Imperatore, bastioni inossidabili su cui i nemici dell’umanità andranno a infrangersi! Sperate solo che non abbiano deciso che i nemici dell’umanità siete voi.

Dawn of War 2
Perché? Perché Sly Marbo può.

Quello di Warhammer 40,000 è un universo di estremi: a straordinari esempi di rifulgente coraggio si contrappongono regolarmente atti della più nefanda crudeltà. L’infinita guerra che contraddistingue questa era si conta in numeri enormi: miliardi di soldati, decine di pianeti coinvolti, armi la cui potenza può solo essere immaginata. I pianeti stessi, con l’eccezione di alcuni capisaldi, sono pedine su scacchiere di dimensioni galattiche. Dawn of War 1 non cercava di sminuire i toni esagerati del gioco da tavolo, anzi facendone mostra in ogni dove: nel menù di gioco apparivano frequentemente citazioni a tema (delle quali la mia preferita era “An open mind is like a fortress with its gates unguarded and unbarred”, perfetta esemplificazione del necessario dogma imperiale), e anche una volta entrati in gioco saremmo stati salutati da voci perfettamente inserite nel contesto con un ampio cast di personaggi che nel corso delle tre campagne (più una, affidata però ad Iron Lore) si alternavano sul palco dei protagonisti. Gabriel Angelos, la Veggente Taldeer, Sindri, Eliphas l’Erede, Gorgutz, sono tutti personaggi che a modo loro hanno lasciato il segno fra i fan di Warhammer 40,000.

E quindi, cosa si sono inventati i maestri del doppiaggio di Relic Entertainment per Dawn of War 2? Un protagonista muto. Sul serio: il Comandante a cui daremo il nome e che comanderà la squadra di Marine che guideremo nel cercare di porre un argine alla minaccia posta dagli Orki prima e dai Tirannidi poi non spiccica una parola. Ora, magari qualcuno di voi dirà “massì ma è pieno così di protagonisti muti, chettenefrega”; però io ci rimasi proprio male, anche perché il resto del cast invece parla un sacco ed è doppiato pure bene.

Dawn of War 2
Eccolo qua, il mutissimo comandante Laccapericapelli, com’è noto nella community. Il pelatone invece parla il giusto.

Una scelta che ho sempre trovato un po’ bizzarra; forse era volta a garantire una maggiore immedesimazione dei giocatori nel protagonista, vista anche la virata semi-RPG assunta dalla campagna, con tanto di equipaggiamento per le singole squadre e statistiche da aumentare a piacere che sbloccavano nuovi abilità e poteri speciali (oltretutto verso le ultime missioni le vostre unità diventavano sgravate da far ridere, ed era un piacere assoluto). Per fortuna, questa decisione non sembra aver minimamente influenzato la qualità del resto del parlato, anzi: gli esageratissimi personaggi di Warhammer 40,000 sono tornati in piena forza in questo capitolo. Nella campagna del gioco base ne possiamo già conoscere alcuni, come in particolare il Cyrus recitato da Steve Blum, doppiatore tanto amato dalla community quanto onnipresente: oltre al sergente degli Scout dei Marine, doppia infatti anche il Techmarine Martellus, il signore del Caos Elpihas the Inheritor (che torna alla ribalta dopo Dawn of War: Dark Crusade), i Marine del Caos e gli Ork Boyz.

La cosa più notevole del doppiaggio di Dawn of War 2 e delle sue espansioni, Chaos Rising e Retribution, mutuata in parte da Company of Heroes, sono le reazioni contestuali delle singole unità. I nostri soldati non si limiteranno infatti a rispondere a comandi dati direttamente, come può essere per esempio l’ordine di movimento o quello di attacco, ma reagiranno a ciò che succede attorno a loro. Quando vedono per la prima volta le forze nemiche, ce lo faranno sapere, con una reazione appropriata a seconda della fazione avversa; quando saranno attaccati ci avviseranno, talvolta anche specificando la direzione (They strike us from the back, like traitors!). Allo stesso modo, non mancheranno di notare quando ricevono potenziamenti di vario tipo (Now we’ve got a chance!) né di segnalare quando è il caso di darsela a gambe attivando la meccanica della ritirata. Questa incredibile varietà di risposte ha però anche i suoi difetti: alcuni comandi hanno poche risposte associate, e quindi quando diremo agli Space Marine e agli Scout di andare da qualche parte la risposta sarà spesso e volentieri una cantilena di Understood!

Ma ciò non significa nulla: Dawn of War 2 resta comunque il mio gioco preferito in termini di doppiaggio. Cliccate sul video qui sopra, per sentire tutta la magnificenza con cui il Lord Commissar dell’espansione Retribution reagisce a ciò che succede sul campo di battaglia; raramente credo di aver sentito un’unità che riuscisse a farmi venire la pelle d’oca con ogni sua frase come fa lui. Fra l’indignazione quando viene attaccato (I am beset!), la minacciosa inflessibilità tipica degli ufficiali dell’Officio Prefectus (Follow my example, or I will make you one!), lo sprezzo del pericolo e l’incrollabile determinazione nell’eliminare i nemici dell’imperatore (Scream, banshee, and die!) combinata con un pizzico di follia (It is me versus a shred of their god!), il Lord Commissar è, secondo me, il miglior esempio delle vette che è in grado di raggiungere la caratterizzazione di quella che è tutto sommato una sola unità, pur importante, all’interno di uno strategico. Perché questo tizio qui sopra non ha nemmeno un ruolo particolarmente importante all’interno della campagna: è sì presente nella serie di missioni della Guardia Imperiale, ma Retribution ha questa particolarità che dei quattro eroi presenti, uno è regolarmente lì solo per fare presenza; e, nel caso delle milizie imperiali, questo ruolo è toccato al povero Lord Commissar Bernn. Ma ciò non ha impedito a Relic Entertainment di renderlo un personaggio dalla ricca caratterizzazione, non mancando di andare a ripescare anche qualche atavico meme.

Ora, io ho dedicato questo lungo paragrafo al Lord Commissar perché è la mia unità preferita, ma è lungi dall’essere l’unica a cui è stato dedicato un trattamento simile. Il doppiaggio degli Orki, per esempio, continua nella fantastica strada già tracciata dal primo Dawn of War, che aveva trasposto efficacemente nel parlato l’assurdo dialetto dell’orda verde. E anche qui non mancano le vette di qualità e di dedizione, come ad esempio il Kommando e i suoi 17 minuti passati a ciarlare su quanto sia bello macellare gente e piazzare esplosivi (Added some extra love to this one, I did) senza dimenticare la tradizionale ironia orchesca (Psykers? Hmph! I spit on ‘em! …’E’s right behind me isn’t ‘e?). Certo, a volte però anche la volontà di catturare gli eccessi dell’universo di Warhammer 40,000 si spinge un po’ oltre.

Captain Diomedes, il protagonista della campagna degli Space Marine di Retribution (Il capitano Laccapericapelli è sparito e Gabriel Angelos è impegnato) è diventato rapidamente famoso per quanto le sue linee siano troppo esagerate, troppo pesantemente recitate: particolarmente famosa la scena in cui lui e gli altri membri dei Blood Raven vedono uscire dalla foresta un Baneblade, temibile carro armato sotto controllo di Guardie Imperiali ribelli e Diomedes se ne esce con un IT IS THE BANEBLAAAADE! che è entrato immediatamente nella leggenda e ha dato adito a creazioni tipo questa cosa qua (non so, non chiedetemi). Ed è innegabile che andando a risentire il video, frasi come i suoi rantoli di morte (Here… is my…… glory………..) o le sue reazioni alle varie assurdità che popolano il campo di battaglia (Noise… cannot DEFEAT ME!) siano più fonte di ilarità che non di ispirazione.

Ma è anche questo il bello, secondo me: a differenza del Lord Commissar, un personaggio come Captain Diomedes non sarà esempio di recitazione sopraffina, ma di sicuro è uno di quelli che resta impresso: è un ottimo esempio di so bad it’s good. Anche dove il doppiaggio di Dawn of War 2 esagera, andando troppo oltre in un universo che è già oltre, riesce comunque a produrre qualcosa che rimarrà impresso negli anni a venire.

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  • Marco "Brom" Bortoluzzi

    Vive in mezzo ai monti del Trentino, brontola un sacco, però alla fine non è cattivo, sul serio. Basta che non parliate male di Borderlands in sua presenza.

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