Quando qualche anno fa ho deciso di dar vita a questa rubrica non l’ho fatto per mettere in mostra i miei scatti, bensì per diffondere la cultura della fotografia virtuale e far scoprire questa nuova forma d’arte a quanta più gente possibile. Non è mai stata una rubrica autocelebrativa, ed è per questo che inauguro un filone di interviste a persone di talento che si dedicano a quello che è molto più di un semplice hobby: è una vera e propria passione che ormai è parte integrante della loro (nostra) vita.
Per questo ho intervistato Arianna Brunori, una giovanissima fotografa virtuale – appena 19 anni – molto attiva sui social con il nickname VrPhotoGamess (potete trovarla non solo su Instagram, ma anche su Twitter e Flickr). Arianna, o Ari come le piace essere chiamata, è una grande appassionata di cinema e di fotografia, sta infatti studiando per diventare fotografa professionista (e si vede!). Amante dei videogiochi fin da piccola grazie al fratello che le ha fatto scoprire questo mondo, la giovane Ari si è appassionata al videoludo vedendo giocare suo fratello a Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (che definisce un gioco vecchio, beata gioventù…). La passione per la fotografia, invece, è nata grazie ai suoi genitori, i quali non perdevano occasione di immortalare ogni momento, mostrando poi alla piccola Arianna tutte le foto che scattavano. Dopodiché è toccato ad Ari prendere in mano la macchina fotografica e iniziare a catturare ciò che più le piaceva.
Arianna è anche un’avida lettrice e scrittrice. Non si definisce una scrittrice a tutti gli effetti, ma è attiva sul social Wattpad, dove ha pubblicato due libri. Uno dei suoi sogni nel cassetto è andare a vivere in Giappone, paese di cui si è innamorata fin da quando ha visto per la prima volta la Tokyo Tower, un soggetto che – come vedrete – si presta molto alla sua fotografia virtuale. Ma bando alle ciance, cominciamo a scoprire qualcosa di più su Arianna Brunori e sulla sua passione per la virtual photography.
Ciao Arianna, iniziamo con qualcosa di semplice. Come hai scoperto la fotografia virtuale e quando hai deciso di dedicarti a questa passione?
Arianna: L’ho scoperta semplicemente guardando sui social. Ogni tanto mi spuntavano delle foto di The Last Of Us Parte II nei “Per te” nonostante non fossi ancora un’appassionata di videogiochi come lo sono ora. Mi piacevano, sì, però non pensavo mai di giocarci per paura di non riuscire ad andare avanti non essendo ancora molto brava a utilizzare il joypad. Giorno dopo giorno iniziai a vedere sempre più foto di Ellie fatte in game su Instagram e mi chiesi “ma come fanno? Perché non ci provo anch’io?”. Queste domande mi tormentarono per mesi, quel grillo dentro la mia testa non smise di parlare ma mi fermava sempre la paura. Avevo il timore di non essere abbastanza brava e non riuscire a farne come quelle che avevo visto, assieme alla paura delle critiche.
Avevo il timore di non essere abbastanza brava
Così creai un account giusto per seguire uno, due o tre account di virtual photography, per vedere se davvero potessi misurarmi con gli altri, ma soprattutto per capirne il funzionamento. Più tardi, quando uscì Far Cry 6 ecco tornare il pensiero della virtual photography, ancora una volta tormentandomi ogni giorno mentre guardavo mio fratello giocarci. Precisamente il 26 ottobre 2021 iniziai a fare qualche scatto giusto per provare e divertirmi, prendendo spunto da quelli di altri che avevo già visto in precedenza. In quel momento mi sentivo come in una bolla, completamente assolta da ogni pensiero e paura che avevo, sentivo solo il divertimento e la passione della fotografia crescere sempre di più. Così alla fine decisi di fare questo grande salto, anche se all’epoca non avevo una autostima molto alta, però se non avessi mai fatto quel passo oggi non sarei dove sono. Adesso praticamente ogni giorno scatto foto con passione e divertimento.
Dici che quando hai iniziato ti sei sentita “in una bolla”, è ancora così quando fai fotografia virtuale?
Arianna: Sì, assolutamente. È sempre stato così fin da quando iniziai a fare fotografia virtuale. Certo, all’inizio non lo sentivo al cento per cento perché non ci capivo molto, ma anche perché non avrei mai creduto che potesse diventare una passione così grande come lo è oggi. Allo stesso tempo mi sentivo come se entrassi in un altro mondo dove problemi e pensieri scompaiono completamente.

In quel preciso istante, mentre pensavo a come fare una foto, la passione e la curiosità di questo hobby cresceva sempre di più in me, soprattutto ora sento di essere cresciuta molto rispetto a quando ero ancora una principiante. Ogni volta che prendo in mano il joypad sento di trasferirmi con la mente completamente dentro il gioco a cui sto giocando in quel momento e non pensare ad altro, se non essere soddisfatta delle foto che faccio durante il gameplay. Questo mi aiuta quando voglio distrarmi da qualcosa: passare quelle ore con i personaggi che amo di più e fotografarli, è una delle mie piccole gioie.
Quali sono i soggetti o le situazioni che più ami immortalare?
Arianna: Fin da piccola amavo osservere i tramonti, i paesaggi di montagna o di mare, anche le più piccole cose come ad esempio una foglia che casca e si riflette in un lago. Mi affascinano molto i paesaggi in generale, anche nei videogiochi. Cerco sempre di mostrare la bellezza dei videogiochi, amo anche immortalare i momenti più emozionanti o anche paurosi, di azione ma anche di amore, ma il mio soggetto preferito restano i paesaggi: sono la cosa che amo di più fotografare. Credo che attraverso i paesaggi non solo si può mostrare la bellezza di uno specifico videogioco, ma attraverso essi riesco a mostrare ciò che mi piace, tanto che chi osserva le mie foto lo percepisce e spesso commenta dicendo che ha notato qualcosa di me in quello scatto.
Cosa cerchi di esprimere attraverso la tua arte?
Arianna: Con le mie foto cerco sempre di far trasparire delle emozioni, a ogni mia foto do sempre un specifico significato. Creo sempre una breve storia quando pubblico le mie foto e molte volte mi è capitato di leggere persone che hanno compreso ciò che volessi trasmettere. Quando succede il mio cuore si riempie di gioia. Non dico che chi scatta e basta senza dare un significato alle foto, o comunque senza voler esprimere nulla ma solo il videogioco in sé faccia male, però a mio parere anche quando sei lì, nella modalità foto con il soggetto pronto a essere immortalato, pensare magari a un’emozione che vuoi trasmettere e anche creare una piccola storia può renderti fiera e felice. Sono sempre felice quando i miei follower mi scrivono dicendomi che hanno compreso le emozioni che volevo trasmettere.
La condivisione della propria passione e delle proprie opere è un punto molto importante dell’essere virtual photographer. Come ti approcci agli altri, sui social e nella vita reale, quando devi parlare di fotografia virtuale e mostrare il tuo operato?
Arianna: Inizio col dire che sono molto timida nella vita reale, anche se sui social non sembra per nulla perché cerco sempre di non fare vedere questo lato di me che mi fa parecchio imbarazzare, ma ahimè non ci posso fare nulla. Di persona sono molto dolce e buona, certe volte fin troppo, cerco sempre di trasmettere amore ad ogni foto che vedo nella mia timeline e lasciare un commento, è una cosa che proprio amo fare. Ogni sera prima di andare a letto, scorro su Twitter o su Instagram per ammirare le foto delle persone talentose che seguo e supportarle. Il pensiero che quella persona sorrida quando legge il mio commento mi rende ancora più felice, devo dire che mi piace tanto fare felici le persone.
Quando devo parlare delle mie foto o della fotografia virtuale in generale, se poteste vedermi, ho sempre un luccichio nei occhi
Quando devo parlare delle mie foto o della fotografia virtuale in generale, se poteste vedermi, ho sempre un luccichio nei occhi. Purtroppo nella vita reale non ho praticamente mai occasione di parlarne, ma sui social dove ho tanti amici a cui voglio un gran bene, ne parlo sempre senza peli sulla lingua e soprattutto con tanta felicità perché proprio mi rende felice parlare di questa mia passione con altre persone. Poi parlarne mi ha aiutato anche ad imparare dagli sbagli che commettevo all’inizio. Concludo dicendo che quando ne parlo con le persone che ho a cuore quel mio lato timido sparisce completamente perché sono tra i miei pari, con persone che amano i videogiochi e la fotografia virtuale come me, e anche la paura di essere criticata in quel momento sparisce nel nulla.
Con il passare del tempo, gli strumenti a disposizione dei fotografi virtuali diventano sempre più elaborati. C’è qualcosa, una funzione o un’opzione, la cui presenza in photo mode ritieni sia essenziale per la tua arte?
Arianna: Nella modalità foto la cosa più importante di tutte è la visuale libera, dove non c’è un limite agli spostamenti. Purtroppo mi sono imbattuta in molti giochi che avevano questo limite. Ad esempio in questo periodo sto giocando a God Of War Ragnarök e purtroppo soffre di questo problema. La photo mode mi permette comunque di fare belle foto senza problemi, anche perché il gioco presenta dei paesaggi meravigliosi, però molte volte mi è capitato di dover sacrificare una foto che sul momento mi piaceva tantissimo o una posa soprattutto (in un combattimento ad esempio) perché con la visuale limitata non potevo includere l’intero soggetto nell’inquadratura. Ogni volta che succede mi demoralizzo sempre. Penso che in una modalità foto debbano esserci tutti gli strumenti adatti, come ad esempio i filtri, la nitidezza, i colori, la grana, il ritaglio della foto, insomma un po’ di strumenti che ci sono in Polar e in Lightroom, che sono le app che uso per editare le mie foto. Sarebbe bello se fossi in grado di trasformare direttamente la foto, averla bella pronta senza doverla mettere su una chiavetta e poi passarla sul telefono per editarla con delle app. Anche se avere le foto sul telefono aiuta anche a vedere se ti piacciono o meno, perché giustamente sulla Play o al PC le vedi più grandi e in un modo diverso rispetto allo schermo più piccolo del telefono.

Molte volte mi è capitato che una foto vista dalla Play mi piaceva tantissimo, poi quando l’ho trasferita sul telefono invece no. Però magari a una persona che non ha molto tempo per questo hobby farebbe comodo avere tutti gli strumenti subito. In alcune modalità foto, ad esempio quella di Horizon Forbidden West che per il momento considero la migliore, ci sono praticamente quasi tutti gli strumenti che ho detto tanto che quelle foto devo editarle davvero poco.
Nella community vi è da sempre un dibattito – spesso molto acceso – sull’editing e sulla post-produzione degli scatti catturati in gioco. Qual è la tua posizione?
Arianna: Non ho nulla contro chi edita le proprie foto perché diciamocelo, ognuno è libero di fare quello che vuole, anche applicare cinque filtri su una foto se gli piace per davvero. Anche perché anch’io lo faccio. Principalmente uso Lightroom, con cui in questo ultimo periodo mi trovo davvero bene, mentre agli inizi usavo Polar, ma dopo un po’ mi ha iniziato a stufare perché non mi divertiva più mentre editavo. Cerco sempre di mantenere la foto quanto più vicina all’originale, soprattutto quando i colori neutrali mi piacciono così come sono, senza aggiungere un filtro che li cambi. Mi è successo spesso di cambiare i colori, quando magari vedo che la foto, il soggetto, la composizione, la posizione, eccetera mi piacciono, però non molto i colori o la luminosità.
Cerco sempre di mantenere la foto quanto più vicina all’originale
Allora faccio qualche ritocchino, magari mettendo un filtro che rende i colori più accesi. Certo, quando vedo una foto a cui hanno applicato tanti filtri, oppure quando modificano le facce o il trucco dei personaggi, lì un po’ mi triggero perché quello secondo me è troppo. Quindi concludo che la mia posizione è quella di non fermarsi mai con la creatività, essere sempre in cerca di nuove cose che ci piacciono di più. Nonostante ciò che dice la gente contraria, credo che anche nel caso dell’editing ci voglia impegno e costanza per migliorare sempre di più.
C’è qualcosa che vorresti dire a chi si avvicina per la prima volta alla fotografia virtuale?
Arianna: Sinceramente, avrei tanti consigli da dar loro perché ci sarebbe davvero tanto da dire ma mi limiterò a quello più importante: non arrendersi. Se amate la fotografia fin da sempre e volete sperimentare su un altro terreno, buttatevi, non abbiate paura o ripensamenti perché potrebbe succedervi la stessa cosa accaduta a me, che se mi fossi fermata per la paura non avrei mai intrapreso questo percorso. Invece ho superato la paura e ho scalato quella montagna. So che è un territorio difficile ma molti pensano l’esatto contrario, credendo che è semplice fare una foto in-game, come se fosse semplice avviare la modalità foto e scattare subito la foto, in un secondo. Ci vogliono tempo, passione e soprattutto creatività. Esprimere la propria personalità anche con la fotografia, secondo me, è una delle cose più belle che una persona possa fare. Quindi abbiate forza d’animo e non fatevi scoraggiare, soprattutto se sui social ricevete pochi mi piace, retweet o commenti. Se il vostro lavoro trasmette la passione e la creatività che mettete nelle vostre foto, tutto l’impegno che ci avete messo sarà sicuramente ripagato e vi sentirete estremamente felici e le persone lo noteranno.
Siamo arrivati alla fine. Grazie Arianna per questa intervista davvero molto interessante e stimolante.
Arianna: Grazie a te per le domande! È stato davvero bello poter parlare apertamente, fare quattro chiacchiere, esprimere la mia passione per questo bellissimo hobby. Spero davvero che abbiate apprezzato le mie risposte e vi abbia dato un po’ di speranza!

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Grazie a te, Ari. È stato un piacere intervistarti!