Non c’è dubbio che da qualche tempo a questa parte il mondo supereroistico proveniente dai fumetti abbia dominato altre scene, soprattutto quella cinematografica.
Ma Batman in particolare è sempre stato d’ispirazione anche per il mondo videoludico. Tra le sue varie apparizioni lo abbiamo avuto nella sua versione cartoon con Batman Vengaence, lo abbiamo visto menare come un fabbro in Injustice e infine lo abbiamo controllato anche nella fortunata serie Arkham. Questa serie composta al momento da 4 capitoli è riconosciuta da molti come il punto più alto mai raggiunto dal pipistrello nel mondo del gaming, e da appassionato del personaggio approvo. Tuttavia, va anche detto che proprio la sua ultima iterazione ha sollevato perplessità verso una formula che forse è un po’ stanca.
Nei due prodotti Telltale dedicati all’Uomo Pipistrello le cose sono molto diverse. Non troverete il Batman che lancia il fumogeno nella stanza e picchia 20 uomini armati prima ancora che questi possano vederlo. La dimensione di Batman Telltale è meno spettacolare, più introversa, cosa che si rifletterà anche sul gameplay: passerete molto meno tempo a pigiare pulsanti e molto di più a pensare alla mossa giusta nella testa del protagonista. Facendo infatti un parallelo con le loro origini fumettistiche, nei supereroi videoludici c’è un elemento che spesso manca: l’umano sotto la maschera. Nei fumetti quasi ogni eroe in costume deve fare i conti con il proprio alter ego pubblico, la persona di tutti i giorni con un lavoro, relazioni, obiettivi. La logorante doppia vita non può che avere effetti infausti sulla loro esistenza, sia per lo stress e l’ansia del non potersi mai aprire completamente con qualcuno, sia perché se qualche cattivo dovesse scoprire l’identità segreta dell’eroe avrebbe una leva molto potente per combatterlo in un terreno dove i suoi poteri o gadget non contano.

Proprio questa è stata la chiave di pensiero di Telltale Games, studio californiano che purtroppo ha visto la sua chiusura nel 2018. Potrebbe ritornare in una nuova forma, ma al momento non ci resta che attenerci a ciò che possiamo giocare con mano. Nel vivere questa storia, a seconda delle scelte che facciamo, può benissimo capitare di passare più tempo nell’elegante abito di sartoria di Bruce che non nell’intimidatoria armatura del pipistrello. A volte capita persino di poter scegliere con quale delle 2 opzioni presentarsi di fronte a una situazione. L’inghippo principale della narrazione Telltale è infatti perlopiù relazionale. Certo, capita di pestare male i cattivi, ma il vero dramma è rappresentato dalle scelte mutualmente esclusive che puntualmente capiteranno e che causeranno maggior fiducia da una parte a discapito dell’altra, fino a trasformare un alleato in antagonista e viceversa. Sarà più importante proteggere il buon nome degli Wayne e l’immagine eroica di Batman, oppure il fine giustificherà i mezzi al punto da diventare irriconoscibili?

Questo stile narrativo porta spesso il Batman di Telltale a giocare contro le aspettative, scelta artistica che genera sicuramente coinvolgimento e discussioni, ma queste non sempre si sono rivelate lusinghiere. Lo voglio dire in tutta franchezza, se dovessi lavorare in fase di scrittura con personaggi che hanno alle spalle una storia lunga decenni, il mio approccio sarebbe quello di un restauratore museale. Il timore di rompere pilastri fondanti di quel mondo senza rendermene conto sarebbe troppo e terrei eventuali idee ardite per una produzione successiva, con personaggi e universo narrativo creati ad hoc per l’occasione.
Eppure… eppure alla storia di questo Batman non posso rimproverare nulla. Alcuni pilastri narrativi classici sono dove dovrebbero essere, altri invece solleveranno un genuino punto di domanda sulla testa del giocatore. Ma sono integrati in modo coerente, in una sequenza di cause-effetti che convince.


Il dualismo di cui accennavamo e l’approccio umanistico alla figura dell’eroe si prestano bene al tipico gameplay dello studio californiano, fatto di conversazioni tese, esplorazione di circoscritte ambientazioni (perlopiù scene del crimine in cui trovare indizi chiave) e rocamboleschi quick time event, a volta a doppia opzione. Ma soltanto dopo aver pianificato l’assalto. Questo Batman, infatti, può venire ferito facilmente e poco può fare l’armatura contro una raffica ben piazzata. Tra i segmenti giocabili c’è perciò anche la fase di osservazione via drone dei cattivi e di elaborazione del piano di attacco; soltanto in seguito entriamo in azione con rapidità e scioltezza, sfruttando al massimo l’effetto sorpresa. Un elegante riferimento al Batman Begins di Christopher Nolan, quando il mentore di Bruce insegna a studiare bene il terreno di scontro prima di agire.

Dal punto di vista visivo abbiamo uno stile cel shading che dipinge con discrezione i personaggi, con il livello di drammaticità richiesto dalla storia, ma senza dimenticarsi di essere un fumetto giocabile. A questo proposito, è possibile attivare un filtro chiamato Shadows Mode, che spegne molti dei colori lasciandone evidenziati solo alcuni, quali le luci della bat-tecnologia, i verdissimi capelli di “John” o gli occhiali della sfuggente Catwoman.
Le ambientazioni sono molto curate, quasi barocche nel loro essere pregne di dettagli. La tenuta Wayne, l’ufficio, il bar malfamato, ma anche il porto e i tetti che attraverseremo di corsa sono ricchi di stimoli visivi e contribuiscono sempre a ribadire la complessità di un mondo e di una rete di relazioni in cui siamo immersi e non al di sopra.

Quanto scritto si riferisce a entrambi i capitoli, sia The Telltale Series che The Enemy Within, in quanto sono perlopiù una grande storia divisa in primo e secondo atto, piuttosto che 2 capitoli distinti. La storyline del primo si conclude in alcuni aspetti, ma lasciandosi dietro una scia di ombre che TEW raccoglierà ed espanderà. La giocabilità rimane identica, nella sua alternanza tra scelte di dialogo difficili, alleanze tese come corde di violino, momenti d’azione rapida e precisa e un Bruce Wayne che si mette in dubbio sempre di più, fino a poter prendere decisioni impensabili. Come accennato in testa all’articolo, Telltale fa questo dei personaggi DC: li spoglia di tutte le loro maschere e va a fondo sui “perché”, sul cosa li muove in principio, quali verità o menzogne si raccontano per assolversi delle loro azioni.
Un approccio narrativo che è un peccato vedere così di rado con gli eroi in costume.
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