Avete rotto i maroni con i remake e le remaster.
Ecco, l’ho detto. Non ne potevo più di tenere questa cosa per me.
Mi guardo in giro e da tutte le parti vedo trentenni nostalgici che non vedono l’ora di spendere più e più volte i loro soldi per comprare la stessa cosa. Guardate che i videogiochi non sono come le vostre scarpe preferite, non avete bisogno di comprare lo stesso paio dopo che il precedente si è rotto. Avete mogli, fidanzate, figli, lavoro, quasi niente tempo libero. Perché lo usate per giocare a quello che avete già giocato? Non capisco. Fino all’altro giorno non facevate altro che gridare YOLO, com’è che improvvisamente l’esperienza nuova non conta più nulla? Forse il problema è che siete diventati vecchi, ma non volete ammetterlo. Vecchi e colmi fino all’orlo di una nostalgia totalizzante. Vivete nel passato, in un’epoca d’oro bellissima e perfetta, che però ha il piccolissimo difetto di non essere mai esistita. Non è mica un dettaglio, vero?
Lo avete capito? I giochi di ieri non erano migliori di quelli di oggi, come non erano peggiori. Erano diversi. C’è tanta bellezza che vi circonda, perché non riuscite a vederla? Perché continuate ad aprire quel cassetto per guardare quelle vecchie foto ingiallite? Perché non volete più scattare nuove foto? Non è che si rischia la morte, eh. Credete che basti afferrare una di quelle immagini, scansionarla, scaricarla sul vostro computer e aggiungere con Photoshop qualche elemento in più sullo sfondo, togliere dalle vostre facce le rughe, nascondere quei capelli bianchi di cui vi vergognate tanto? Pensate che sia la stessa cosa? No, non lo è.
Brutta bestia la nostalgia.
Volete la sicurezza, una calda e familiare copertina che vi avvolga. Osare è vietato. Pensate che l’umanità sarebbe arrivata sulla Luna se non avesse fatto altro altro che guardare all’indietro? Pensate che Red Dead Redemption 2 sarebbe mai arrivato sugli scaffali se qualche genio avesse deciso che gli open world alla Assassin’s Creed erano un modello perfetto? Sareste contenti di passare ancora il vostro tempo a scalare quelle dannate torri? Oppure siete persone sane di mente e vi viene un mezzo infarto quando vedete una piuma davanti a voi? E no, non è un riferimento a Forrest Gump.
Avete un sito come GOG.com, che vi permette di far girare le vecchie glorie anche sui vostri catorci attuali senza dover smanettare, cosa chiedete di più? Se proprio quel vecchio gioco vi piace tanto lo potete rigiocare spendendo una manciata di euro. Poi magari vi renderete conto che non era così perfetto come lo ricordavate, eppure questo non ha inficiato in alcun modo il vostro amore. Avete impiegato dieci minuti del vostro prezioso tempo per capire come uccidere il primo saprofago, ma il fascino del primo Gothic è ancora tutto lì. C’è davvero bisogno di una versione sotto steroidi che pare prodotta da Michael Bay? Davvero?
Non venitemi a dire che la colpa non è vostra, che sono i publisher cattivi e avidi che non hanno idee e vi propinano sempre la stessa roba. Siete voi che volete quella roba, la agognate più dell’Unico Anello; siete voi che avete comprato Skyrim anche quando è uscito sul vostro frigorifero smart. Non potevate mica offendere il buon Todd Howard. Non è mica il capoccia di Square Enix che sbava quando vede Cloud sopra quel treno per l’ennesima volta. Non sta sbavando, sta ridendo. Ride perché siete pronti a rigiocare quel gioco della vostra infanzia spendendoci anche più soldi di quanti ne avevate speso a suo tempo. Perché non dovrebbe ridere? Del resto tutto questo sarebbe tremendamente divertente se non fosse tremendamente triste.
Intanto quel ragazzino lì, quello con Fortnite e Clash of Clans installati sul suo iPhone ultimo modello, vi guarda e non vi capisce. Siete come alieni per lui. Tra 20 anni avrà la vostra età, ma non si ricorderà di quei giochi. Saranno come un cadavere ricoperto dalla sabbia del deserto, destinato a stare lì per sempre, dimenticato. La sua generazione non avrà un The Last of Us da ricordare. E sarà anche colpa vostra, del vostro sguardo rivolto perennemente all’indietro, che ha impedito a qualche geniale sviluppatore di utilizzare il suo talento per creare qualcosa di rivoluzionario, qualcosa capace di rompere gli schemi e di fare la storia. A voi non piace quando gli schemi vengono rotti.
Siete vecchi. Vecchi nostalgici senza speranza.
Il 10 aprile 2020 inserirete Final Fantasy VII Remake nella vostra PS4, la Collector’s Edition al vostro fianco, magari mentre ascoltate una vecchia canzone degli 883. E non negatelo, so che sarà così. Ho capito che persone siete, l’ho capito benissimo.
Magari tra dieci anni sarete ancora videogiocatori. Magari vi renderete conto di aver sbagliato, vi renderete conto che nel 2020 avreste dovuto trovare un nuovo gioco preferito; anche due, perché no. E invece stavate giocando il vostro gioco preferito di dieci anni prima, forse addirittura venti. Il tutto mentre andrete al Gamestop per comprare Resident Evil 2 per PS7. Allora forse la storia non è lineare, è ciclica. Tutto si ripete. Siete intrappolati in uno schema da cui ormai è troppo tardi per uscire. Siete troppo vecchi anche solo per provarci.
Vecchi nostalgici senza speranza.
I morti vanno rispettati, ricordati. Possiamo e dobbiamo prendere spunto dalle cose buone che hanno fatto. Ma, per piacere, smettetela di aprire le tombe. Gli zombie non piacciono a nessuno. Hanno la brutta abitudine di distruggere il mondo, oltre che di essere spunto per serie TV tanto noiose quanto lunghe. Non volete mica che succeda, no?
Abbiate pietà.
E cavolo, mi sono dimenticato di presentarmi.
Mi chiamo Fabrizio, ho 29 anni, mi piace Max Pezzali e possiedo la saga di Star Wars in videocassetta, DVD e Blu-ray.
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